26 Giugno 2012
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Nasce
il ‘Forum 394’, laboratorio per l’aggiornamento della Legge 394 del 1991
sulle aree naturali protette - la cui riforma è attualmente in discussione
nella Commissione Ambiente in Senato - e il rilancio del ruolo dei parchi per
la conservazione della biodiversità in Italia, promosso da FAI – Fondo Ambiente Italiano, Touring Club
Italiano, Italia Nostra,
Mountain Wilderness, Pro natura, LIPU-BirdLife Italia e WWF e aperto a
tutti i soggetti istituzionali, associativi, sociali ed economici protagonisti
della missione della tutela e gestione del patrimonio naturale del Paese. Lo
hanno annunciato oggi le sette associazioni ambientaliste in occasione
dell’incontro “Parchi, patrimonio del Paese – Per il rilancio delle aree
naturali protette e della Legge 394”, tenutosi a Roma alla Camera.
il ‘Forum 394’, laboratorio per l’aggiornamento della Legge 394 del 1991
sulle aree naturali protette - la cui riforma è attualmente in discussione
nella Commissione Ambiente in Senato - e il rilancio del ruolo dei parchi per
la conservazione della biodiversità in Italia, promosso da FAI – Fondo Ambiente Italiano, Touring Club
Italiano, Italia Nostra,
Mountain Wilderness, Pro natura, LIPU-BirdLife Italia e WWF e aperto a
tutti i soggetti istituzionali, associativi, sociali ed economici protagonisti
della missione della tutela e gestione del patrimonio naturale del Paese. Lo
hanno annunciato oggi le sette associazioni ambientaliste in occasione
dell’incontro “Parchi, patrimonio del Paese – Per il rilancio delle aree
naturali protette e della Legge 394”, tenutosi a Roma alla Camera.
Tra le altre associazioni intervenute, Federparchi, Associazione 394,
Enpa e l’Associazione Italiana dei Direttori e dei funzionari delle Aree
Protette (Aidap).
Enpa e l’Associazione Italiana dei Direttori e dei funzionari delle Aree
Protette (Aidap).
“E’ essenziale -
affermano le sette sigle ambientaliste in una nota congiunta- riaprire la
discussione ed il confronto sulle finalità e modalità di gestione delle aree
naturali protette nel nostro Paese, condizione pregiudiziale ad ogni
ipotesi di modifica della Legge 394 del 1991, puntando non su una
‘riforma-lampo’ come quella discussa in Senato ma su un percorso partecipato,
approfondito e condiviso. Solo in questo modo la normativa potrà essere
efficacemente aggiornata sulla base del nuovo contesto socio-economico e dei
nuovi strumenti introdotti dal ’91 ad oggi, sia a livello nazionale che
internazionale, come la Strategia Nazionale Biodiversità, la Strategia
UE 2020 per la Biodiversità e le conclusioni della COP 10 della
Convenzione sulla Biodiversità Biologica”,
affermano le sette sigle ambientaliste in una nota congiunta- riaprire la
discussione ed il confronto sulle finalità e modalità di gestione delle aree
naturali protette nel nostro Paese, condizione pregiudiziale ad ogni
ipotesi di modifica della Legge 394 del 1991, puntando non su una
‘riforma-lampo’ come quella discussa in Senato ma su un percorso partecipato,
approfondito e condiviso. Solo in questo modo la normativa potrà essere
efficacemente aggiornata sulla base del nuovo contesto socio-economico e dei
nuovi strumenti introdotti dal ’91 ad oggi, sia a livello nazionale che
internazionale, come la Strategia Nazionale Biodiversità, la Strategia
UE 2020 per la Biodiversità e le conclusioni della COP 10 della
Convenzione sulla Biodiversità Biologica”,
LA ROADMAP DEL
FORUM 394: I TEMI PRINCIPALI. Tra i temi fondamentali che il
‘Forum 394’ affronterà in un percorso che, partendo da oggi si prolungherà
fino alla prossima Legislatura, si evidenziano: la valutazione
dell’applicazione della normativa attuale per evidenziarne pregi e difetti,
l’analisi e le proposte operative riguardanti le relazioni tra strumenti di governo
del territorio e parchi, la definizione di meccanismi per il riconoscimento
economico dei servizi forniti dagli ecosistemi e le relazioni con il
finanziamento delle attività dei parchi, nonché le relazioni con il
patrimonio storico e culturale che caratterizza molte aree naturali
protette con territori ricchi di beni culturali e archeologici.
FORUM 394: I TEMI PRINCIPALI. Tra i temi fondamentali che il
‘Forum 394’ affronterà in un percorso che, partendo da oggi si prolungherà
fino alla prossima Legislatura, si evidenziano: la valutazione
dell’applicazione della normativa attuale per evidenziarne pregi e difetti,
l’analisi e le proposte operative riguardanti le relazioni tra strumenti di governo
del territorio e parchi, la definizione di meccanismi per il riconoscimento
economico dei servizi forniti dagli ecosistemi e le relazioni con il
finanziamento delle attività dei parchi, nonché le relazioni con il
patrimonio storico e culturale che caratterizza molte aree naturali
protette con territori ricchi di beni culturali e archeologici.
Ma un ruolo
centrale dei lavori sarà svolto dalla necessità di rilanciare una cultura delle
aree protette, considerato che la sfida per il rilancio del ruolo dei parchi
nel nostro Paese è essenzialmente culturale. In questo senso è necessario far
crescere tra i decisori e nell’opinione pubblica la percezione del valore, non
solo economico, del nostro patrimonio naturale e l’esigenza di avere per la sua
tutela e valorizzazione Enti dedicati efficaci ed efficienti.
centrale dei lavori sarà svolto dalla necessità di rilanciare una cultura delle
aree protette, considerato che la sfida per il rilancio del ruolo dei parchi
nel nostro Paese è essenzialmente culturale. In questo senso è necessario far
crescere tra i decisori e nell’opinione pubblica la percezione del valore, non
solo economico, del nostro patrimonio naturale e l’esigenza di avere per la sua
tutela e valorizzazione Enti dedicati efficaci ed efficienti.
4 BUONI MOTIVI
PER DIRE NO ALLA ‘RIFORMA-LAMPO’ DELLA 394. Le sette Associazioni
ambientaliste non condividono le proposte di riforma della Legge 394/1991 in
discussione alla Commissione Ambiente del Senato per almeno 4 motivi:
PER DIRE NO ALLA ‘RIFORMA-LAMPO’ DELLA 394. Le sette Associazioni
ambientaliste non condividono le proposte di riforma della Legge 394/1991 in
discussione alla Commissione Ambiente del Senato per almeno 4 motivi:
1. Rottura
di equilibri tra pubblico e privato negli enti di gestione. Verrebbero
rivisti gli equilibri tra coloro che rappresentano negli enti di gestione
interessi nazionali generali e chi rappresenta interessi particolari e privati.
Nessuno intende contrapporre i legittimi interessi delle comunità locali alle
esigenze di tutela della natura ma è quanto mai opportuno nel nostro Paese
assicurare il rispetto di quella gerarchia di valori ribadita in più occasioni
dalla Corte Costituzionale per la quale la tutela dell’ambiente deve
prevalere sempre su qualunque interesse economico privato.
di equilibri tra pubblico e privato negli enti di gestione. Verrebbero
rivisti gli equilibri tra coloro che rappresentano negli enti di gestione
interessi nazionali generali e chi rappresenta interessi particolari e privati.
Nessuno intende contrapporre i legittimi interessi delle comunità locali alle
esigenze di tutela della natura ma è quanto mai opportuno nel nostro Paese
assicurare il rispetto di quella gerarchia di valori ribadita in più occasioni
dalla Corte Costituzionale per la quale la tutela dell’ambiente deve
prevalere sempre su qualunque interesse economico privato.
2. Rischio via
libera ai cacciatori nelle aree naturali protette. E’ inefficace e
piena d’insidie la proposta di controllo faunistico contenuta in uno degli
emendamenti al disegno di legge, con cui si depotenzia l’approccio ecologico al
controllo della fauna e si affida la soluzione del problema all’attività
venatoria, in una sorta di via libera alla caccia nei parchi. Se si aggiunge
che l’emendamento nemmeno prevede l’elementare misura del blocco di immissione
di fauna problematica, tra cui ad esempio i cinghiali, è facile immaginare che
verrà innescato un meccanismo vizioso di caccia che genererà altra caccia, con
il paradossale risultato di un aggravio del problema del sovrappopolamento di
talune specie faunistiche, anziché di una sua soluzione.
libera ai cacciatori nelle aree naturali protette. E’ inefficace e
piena d’insidie la proposta di controllo faunistico contenuta in uno degli
emendamenti al disegno di legge, con cui si depotenzia l’approccio ecologico al
controllo della fauna e si affida la soluzione del problema all’attività
venatoria, in una sorta di via libera alla caccia nei parchi. Se si aggiunge
che l’emendamento nemmeno prevede l’elementare misura del blocco di immissione
di fauna problematica, tra cui ad esempio i cinghiali, è facile immaginare che
verrà innescato un meccanismo vizioso di caccia che genererà altra caccia, con
il paradossale risultato di un aggravio del problema del sovrappopolamento di
talune specie faunistiche, anziché di una sua soluzione.
3. Nessun
confronto sulla vera mission delle aree protette. Manca
inoltre, come indispensabile premessa ad ogni ipotesi di riforma della Legge
attuale, una seria analisi dei problemi nella gestione dei parchi in relazione
al ruolo centrale che dovrebbero svolgere per la tutela della natura. Risale
infatti al 2002, cioè alla seconda Conferenza nazionale sulle aree naturali
protette di Torino, l’ultima occasione di ampio confronto e dibattito sul
nostro sistema nazionale di parchi e riserve naturali.
confronto sulla vera mission delle aree protette. Manca
inoltre, come indispensabile premessa ad ogni ipotesi di riforma della Legge
attuale, una seria analisi dei problemi nella gestione dei parchi in relazione
al ruolo centrale che dovrebbero svolgere per la tutela della natura. Risale
infatti al 2002, cioè alla seconda Conferenza nazionale sulle aree naturali
protette di Torino, l’ultima occasione di ampio confronto e dibattito sul
nostro sistema nazionale di parchi e riserve naturali.
4. Una questione
di poltrone ‘verdi’.
C’è infine da rilevare che, in assenza di una seria valutazione sullo stato
delle nostre aree naturali protette, le proposte di riforma della Legge entrano
esclusivamente nel merito delle rappresentanze negli Enti di gestione, delle
procedure di nomina di Presidenti e Direttori, di possibili meccanismi di finanziamento
attraverso royalties che rischiano di determinare pesanti condizionamenti
nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti..
di poltrone ‘verdi’.
C’è infine da rilevare che, in assenza di una seria valutazione sullo stato
delle nostre aree naturali protette, le proposte di riforma della Legge entrano
esclusivamente nel merito delle rappresentanze negli Enti di gestione, delle
procedure di nomina di Presidenti e Direttori, di possibili meccanismi di finanziamento
attraverso royalties che rischiano di determinare pesanti condizionamenti
nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti..
IL PIU’ GRANDE
PATRIMONIO NATURALE D’EUROPA: L’ITALIA. Le sette Associazioni ambientaliste
ricordano, infine, che l’Italia conserva il più grande patrimonio naturale
d’Europacon un totale di 871 aree naturali protette, di cui
oltre 3.163.000 ettari a terra e oltre 2.800.000 ettari a mare, 2.287
Siti d’Interesse Comunitario (SIC) e 601 Zone di Protezione Speciale
(ZPS), contributo italiano alla rete europea Natura 2000, corrispondente
complessivamente al 19% del territorio nazionale.
PATRIMONIO NATURALE D’EUROPA: L’ITALIA. Le sette Associazioni ambientaliste
ricordano, infine, che l’Italia conserva il più grande patrimonio naturale
d’Europacon un totale di 871 aree naturali protette, di cui
oltre 3.163.000 ettari a terra e oltre 2.800.000 ettari a mare, 2.287
Siti d’Interesse Comunitario (SIC) e 601 Zone di Protezione Speciale
(ZPS), contributo italiano alla rete europea Natura 2000, corrispondente
complessivamente al 19% del territorio nazionale.
Roma,
20 giugno 2012
20 giugno 2012
Gli
Uffici Stampa
Uffici Stampa
WWF
Italia,
06 84497265/213, 349 1702762
Italia,
06 84497265/213, 349 1702762
FAI – Carta Stampata: 02 467615219;
Radio e Tv: 06 32652596
Radio e Tv: 06 32652596
Italia Nostra, cell.:
335 1282864
335 1282864
LIPU-BirdLife Italia,
340 3642091
340 3642091
Mountain Wilderness, cell.: 339 5013589
Pro
Natura,
tel. 011-5096618
Natura,
tel. 011-5096618
Touring
Club Italiano,
tel. 02 8526214, cell. 349 3371029
Club Italiano,
tel. 02 8526214, cell. 349 3371029
- Riforma Legge
394/91 sulle Aree Naturali Protette –
394/91 sulle Aree Naturali Protette –
Dichiarazione
di Stefano Leoni, presidente del WWF Italia
di Stefano Leoni, presidente del WWF Italia
“STOP
A ‘RIFORMA-LAMPO’ SU PARCHI TERRESTRI.
A ‘RIFORMA-LAMPO’ SU PARCHI TERRESTRI.
AVANTI AL MOMENTO SOLO SU AREE MARINE PROTETTE”
“Sette tra le maggiori associazioni ambientaliste si sono ritrovate oggi unite
dalla preoccupazione per il futuro delle aree naturali protette, minacciate dal
taglio delle risorse economiche ed umane ma non di meno dalle proposte di
modifica della legge quadro al momento in discussione alla Commissione Ambiente
del Senato”, ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia.
dalla preoccupazione per il futuro delle aree naturali protette, minacciate dal
taglio delle risorse economiche ed umane ma non di meno dalle proposte di
modifica della legge quadro al momento in discussione alla Commissione Ambiente
del Senato”, ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia.
“Il WWF insieme al FAI – Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra,
LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura e Touring Club Italiano, chiede ai
parlamentari impegnati nella discussione della riforma della legge quadro 394
di assicurare l’aggiornamento della normativa per le sole aree protette
marine, oggi in grave difficoltà, rinunciando a modifiche frettolose ed
inopportune per i Parchi nazionali terrestri”.
LIPU, Mountain Wilderness, Pro Natura e Touring Club Italiano, chiede ai
parlamentari impegnati nella discussione della riforma della legge quadro 394
di assicurare l’aggiornamento della normativa per le sole aree protette
marine, oggi in grave difficoltà, rinunciando a modifiche frettolose ed
inopportune per i Parchi nazionali terrestri”.
“Non si nega l’esigenza di un aggiornamento della Legge quadro del 1991, ma
serve per questo l’avvio di una profonda analisi della disciplina,
che prenda in considerazione non solo lo stato di attuazione della
normativa vigente, ma che sia anche proiettata a definire il ruolo
che le aree naturali protette dovranno assumere in attuazione
degli impegni che il nostro Paese ha assunto con l’adozione della
Strategia Nazionale per la biodiversità. Questo inquadramento è ineludibile
per una corretta rivisitazione della materia, altrimenti si corre il rischio di
apportare modifiche, come diverse di quelle presentate, che se approvate
allontanerebbero i parchi dalla loro funzione di tutela, aggiungendosi a
già troppi numerosi enti territoriali”.
serve per questo l’avvio di una profonda analisi della disciplina,
che prenda in considerazione non solo lo stato di attuazione della
normativa vigente, ma che sia anche proiettata a definire il ruolo
che le aree naturali protette dovranno assumere in attuazione
degli impegni che il nostro Paese ha assunto con l’adozione della
Strategia Nazionale per la biodiversità. Questo inquadramento è ineludibile
per una corretta rivisitazione della materia, altrimenti si corre il rischio di
apportare modifiche, come diverse di quelle presentate, che se approvate
allontanerebbero i parchi dalla loro funzione di tutela, aggiungendosi a
già troppi numerosi enti territoriali”.
“Il WWF e le altre associazioni ambientaliste – conclude Leoni – lavoreranno,
come hanno sempre fatto in passato, per allargare il confronto sul rilancio
dei Parchi a tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici interessati.
La nuova sfida è far crescere nel Paese la consapevolezza del valore della
biodiversità, non solo come valore economico ed opportunità per lo sviluppo del
Paese, ma soprattutto come valore legato al benessere delle persone e al
contrasto ai cambiamenti climatici”.
come hanno sempre fatto in passato, per allargare il confronto sul rilancio
dei Parchi a tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici interessati.
La nuova sfida è far crescere nel Paese la consapevolezza del valore della
biodiversità, non solo come valore economico ed opportunità per lo sviluppo del
Paese, ma soprattutto come valore legato al benessere delle persone e al
contrasto ai cambiamenti climatici”.
Roma, 20 giugno 2012
Ufficio Stampa WWF Italia – tel.
06-84497.265/213; cell.: 349 1702762
06-84497.265/213; cell.: 349 1702762
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