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26 Giugno 2012

WWF: “OCCASIONE
SPRECATA. MA LO SVILUPPO SOSTENIBILE

HA GIA’ MESSO
RADICI E CRESCERA’
NONOSTANTE LA
DEBOLEZZA DEI LEADER POLITICI a RIO"
 
In
coda: la lettera alle Nazioni Unite in cui la società civile prende le distanze
dal testo finale (tra i firmatari anche il Direttore Generale Jim Leape e la
Presidente Yolanda Kakabadse WWF Int)
 
Alla
chiusura dei negoziati di Rio+20, il direttore generale del WWF Jim Leape, ha
dichiarato:
“Rio+20 era una Conferenza sulla vita; sulle future
generazioni; sulle foreste, gli oceani, i fiumi e i laghi da cui tutti noi
dipendiamo per avere cibo, acqua ed energia. Era una Conferenza per affrontare
la pressante sfida di costruire un futuro che ci possa sostenere.
“Sfortunatamente, i leader del pianeta riuniti qui
hanno perso di vista questa urgente motivazione. Ma l’urgenza di agire non è
cambiata. E la buona notizia è che lo sviluppo sostenibile è una pianta che ha
messo radici; crescerà nonostante la debole leadership politica qui a Rio.”
“Abbiamo visto dei leader farsi avanti a Rio,
semplicemente non è stato nell’ambito dei negoziati: un’emozionante leadership
cresce nelle comunità, nelle città, nei governi e nelle imprese che stanno
gettando le fondamenta per proteggere l’ambiente, alleviare la povertà e
portare il pianeta verso un futuro più sostenibile.”
“Abbiamo bisogno di azione ovunque: da individui,
villaggi, città, Paesi, piccole e grandi imprese e movimenti e organizzazioni
della società civile. Dobbiamo tutti prenderci la responsabilità che i leader
del pianeta hanno fallito a Rio. Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi e sperare
che siano utili ad aprire lo spazio politico per portare a termine un processo
multilaterale come Rio+20.”
 
Sull’Europa,
Mariagrazia Midulla, responsabile policy Clima ed Energia WWF Italia, che ha
seguito i negoziati a Rio, ha aggiunto:
“L’Europa si é presentata a Rio con proposte
relativamente ambiziose, pure ben poche di queste proposte sono sopravissute
nel testo finale. E’chiaro che il ruolo della UE é cambiato nel contesto
globale, e che oggi le economie emergenti hanno assunto un ruolo politico nuovo
e primario. Per questo, l’autorevolezza politica europea non può che risiedere
nella forza dell’esempio. Come WWF,
dunque, sfidiamo la UE:
dopo Rio, non solo bisogna comunque cercare di
costruire sui pochi risultati ottenuti, ma soprattutto bisogna applicare le
proprie posizioni a livello europeo, nel concreto. La green economy e’ anche la ricetta per far fronte alla crisi
economica:
sarebbe suicida continuare con una logica emergenziale senza
avere una prospettiva. Per far questo, occorre non cedere alla tentazione di
rattoppare l’esistente, se é in contraddizione con la propria visione. Questo
vale a livello europeo, per esempio nelle discussione sul budget e sulla politica
di coesione che determineranno i prossimi investimenti della comunità, ed é
valido a livello nazionale, in Italia: desta quindi davvero scandalo la notizia
dell’autorizzazione concessa dal Governo alla centrale a carbone di Saline
Joniche, inutile ed estremamente dannosa per il clima, per la salute e per le
stesse prospettive economiche della Calabria, che ha enormi potenzialità
nell’economia verde. Davvero non un bell’esempio per il paese, per l’ Europa e
per il mondo intero”.
 
Gianfranco
Bologna, direttore scientifico del WWF Italia, ha concluso:
“Quarant’anni fa a Stoccolma e vent’anni fa al primo
Summit di Rio de Janeiro, i leader del pianeta non avevano a disposizione la
straordinaria conoscenza scientifica che oggi abbiamo, su come la specie umana
stia riducendo i sistemi naturali che sono alla base della nostra sopravvivenza
e del nostro benessere. Non a caso tutta la comunità scientifica internazionale
ha ripetutamente allertato il mondo politico ed economico sulla consapevolezza
che l’intervento dell’uomo è ormai
equiparabile alle grandi forze geologiche che hanno modificato il pianeta in
4,5 miliardi di anni.
La vittima della nostra stessa forza è la civiltà
umana. I leader  si sono lasciati
sfuggire l’opportunità di indicare una nuova strada per impostare un nuovo
modello economico che ci consenta di vivere nei limiti di un solo pianeta.”
 
 
Oggi le
associazioni ambientaliste e i gruppi della società civile hanno presentato la
lettera alle Nazioni Unite e ai delegati di Rio+20 in cui hanno preso le
distanze dal testo finale:
 
 
IL
“RIO+20” CHE NON VOGLIAMO
Il
“Futuro che Vogliamo” non si trova nel documento che porta questo nome.
 
Il
“Futuro che Vogliamo” non è quello risultato dal processo negoziale di Rio+20.
 
Il
“Futuro che Vogliamo” è fatto di impegni concreti e azione, non di sole
promesse. Ha l’urgenza necessaria per risolvere, non posporre, la crisi
sociale, ambientale ed economica. E’ fatto di cooperazione ed è in linea con la
società civile e le sue aspirazioni, non solo con le posizioni comode dei
governi.
 
Nessuno
di questi punti si trova nei 283 paragrafi del documento ufficiale che questa
Conferenza lascerà in eredità. Il documento intitolato “Il Futuro che Vogliamo”
è MEDIOCRE e non è altezza dello spirito e dei passi avanti fatti nei vent’anni
trascorsi da Rio92. Né è all’altezza dell’importanza e dell’urgenza delle
questioni affrontate. Le agende fragili e generiche per i prossimi negoziati
non garantiscono risultati.
 
Rio+20
passerà alla storia come la conferenza ONU che ha offerto alla società globale
un esito segnato da gravi omissioni. Mette a rischio la conservazione e la
resilienza sociale ed ambientale del pianeta, così come ogni garanzia di
diritti umani acquisiti per le generazioni presenti e future.
 
Per
tutte queste ragioni, come molti gruppi e individui della società civile,
registriamo la nostra profonda delusione rispetto ai capi di Stato, sotto i cui
ordini e guida hanno lavorato i negoziatori, e dichiariamo che non ammettiamo
né avalliamo questo documento.
 
 
Firmatari
Ashok Khosla 
Bill McKibben
Brittany Trifold
Camilla Toulmin 
Carlos Alberto
Ricardo
 
Carlos Eduardo
Young
 
Davi Kopenawa
Yanomami
 
Fabio Feldmann
Ignacy Sachs
Jim
Leape
José Eli da
Veiga
 
José Goldemberg 
Juan Carlos
Jintiach
 
Kumi Naidoo 
Luis Flores 
Marcelo Furtado 
Marina Silva
Mathis
Wackernagel
Megaron
Txucarramãe
Mohamed
El-Ashry
Oded Grajew
Peter May
Raoni Metuktire
Ricardo
Abramovay
Ricardo Young
Roberto Klabin
Sergio Mindlin
Severn Suzuki
Thomas Lovejoy
Vandana Shiva
William Rees
Yolanda
Kakabadse
 
 
 
21 giugno 2012 ore 22
Ufficio Stampa WWF Italia, 06 84497213, 265, 373 ,
349 0514472, 329 8315718
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